Gli ucraini stanno combattendo una guerra giusta contro un’invasione imperialista e quindi meritano di essere sostenuti. Il loro diritto all’autodeterminazione non è rilevante solo contro la Russia; lo è anche rispetto...

Gli ucraini stanno combattendo una guerra giusta contro un’invasione imperialista e quindi meritano di essere sostenuti. Il loro diritto all’autodeterminazione non è rilevante solo contro la Russia; lo è anche rispetto...
Pubblichiamo qui di seguito l’intervento letto in questa occasione da Luca Torti a nome del Comitato contro la guerra in Ucraina
Sei settimane dopo l’entrata in guerra della Russia contro l’Ucraina, il significato di questo conflitto, di una grandezza senza precedenti in Europa dalla Seconda guerra mondiale, sta cominciando a diventare chiaro. Al di là del destino dell’Ucraina, si tratta del governo russo che sconfigge “l’impero della menzogna” – l’Occidente, come ha detto Vladimir Putin il 24 febbraio – per costruire un ordine mondiale radicalmente nuovo.
Il 24 aprile Marcon ha visto la sua scommessa: essere rieletto superando l’ostacolo delle elezioni presidenziali, e questo nonostante la profonda ostilità popolare.
Invitiamo a votare No il prossimo 15 maggio. Qui di seguito alcuni argomenti a sostegno del referendum e del voto negativo.
Il comitato ticinese contro la guerra in Ucraina e di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina e con chi si oppone in Russia alla guerra di Putin invita tutte e tutti a partecipare alla manifestazione del primo maggio che si terrà quest’anno a Bellinzona (Inizio ore 11.00, Largo Elvezia).
Il grande moto di solidarietà dimostrato da diversi paesi europei, tra i quali la Svizzera, ha rilanciato la discussione “sull’accoglienza dei profughi a due velocità”. Una politica di accoglienza selettiva che, oggi, si mostra giustamente generosa con gli Ucraini e, ieri, si è mostrata estremamente e colpevolmente selettiva e riduttiva con chi fuggiva da altre guerra (basti pensare alla Siria). Pubblichiamo questo contributo che affronta la discussione su questo tema partendo dall’esperienza italiana; ma con osservazioni di fondo che valgono anche per la nostra e altre realtà.
L’invasione dell’Ucraina, il modo in cui viene motivata da Putin,è l’ennesima dimostrazione che viviamo in un tempo a-storico, schiacciato sul presente, in cui pare impossibile contestualizzare gli eventi. Il passato e l’avvenire vengono negati in nome dell’emergenza continua.
Non è esagerato dire che ciò che sta accadendo attualmente nel cuore del continente europeo ci porta a uno dei momenti più pericolosi della storia contemporanea e il più vicino a una terza guerra mondiale dalla crisi...